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Il cibo è storia. Anzi, il cibo è la storia dei popoli. Esso riflette gli usi e il carattere di un'epoca: per questo non è mai estraneo alla letteratura. Il cibo è simbolo, carico di significati mistici di cui tante religioni sono ricche. Il cibo è vita, è sopravvivenza: tra i bisogni dell'uomo è forse quello principale, ecco perché la sua mancanza scatena tante passioni (come non ricordare le rivolte per il pane narrate nei Promessi sposi?). Sul versante opposto, il cibo è piacere, è eccesso: rispecchia uno stile di vita un tempo riservato a una classe sociale che la narrativa ritrae spesso come frivola, vanesia, decadente. Più democraticamente, il cibo è suggestione e ricordo: il senso del gusto è in grado di scatenare meccanismi inconsapevoli della mente che riattivano l'inconscio, ristabilendo connessioni con il passato che fanno quasi trasalire. Nessuno meglio di Proust ha saputo descrivere tali dinamiche. In questa antologia gastronomica il cibo diviene un filo rosso attraverso cui ripercorrere il patrimonio letterario del mondo. Un percorso fatto di "assaggi", volti a stimolare la fame di buone letture (e di buone pietanze), in cui si accostano piatti dietetici a portate luculliane, eleganti banchetti a tavolate ruspanti, passando per consigli afrodisiaci e ricette in versi. Un viaggio letterario che celebra i piaceri della tavola, fra nutrimento, convivialità e anima.